Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti come
erba aromatica nelle regioni mediterranee
[4]. Le foglie crude (e i germogli), carnosette e dal sapore acidulo, si consumano in insalate
[1][4], alle quali conferiscono un superiore mordente
[4]; sono utilizzate per preparare minestre
[1] saporite e rinfrescanti e si possono conservare sottaceto. Entrano anche come ingredienti di frittate e ripieni
[1].
Nella
cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla
rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti.
Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell'insalata.
Nella
cucina romana
la portulaca o porcacchia appartiene a quel misto di varie verdure
domestiche e selvatiche crude che sono consumate in insalata sotto il
nome di
misticanza
o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a
casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie, ed infatti in
Corsica la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.
Nella
cucina siciliana
'a purciddana è usata per la preparazione di insalate, come l'Insalata
ferragostana con pomodori, cetrioli, cipolle condite con olio aceto e
sale; oppure l'insalata con verdure lesse, dove le foglie ed i giovani
germogli di purciddana sono usati con patate bollite e cipolle al forno.
Altro uso è quello di preparare piccola frittelle di Purciddana, in cui
le cime della pianta - immerse in una pastella di farina ed acqua -
sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come
stuzzichini o antipasti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Portulaca_oleracea